I FUCANOLI
Il 17 gennaio è la data dei “Fucanoli” di Sant’Antonio Abate.
Tale tradizione nasce da un passato, pure non tanto lontano, dove venivano praticati “riti propiziatori e paganeggianti, frammisti a riti religiosi, per esorcizzare l’assalto del maligno”, non a caso nella città di Sant’Antonino Abate, il debellatore degli ossessi. Campagna con l’accensione dei “fuochi” vuole, forse involontariamente, ricordare pure la tragica morte, voluta dal Tribunale della cosiddetta Santa Inquisizione e consumata a Roma, in Campo dei Fiori, il 17 Febbraio 1600, del filosofo e monaco nolano Giordano Bruno, che “perfezionò” nel 1573 le sue teorie, fu ordinato sacerdote e cantò la sua prima messa proprio in uno dei suoi numerosi conventi, quello dei Padri Domenicani di San Bartolomeo, annesso all’antichissima Chiesa del SS Nome di Dio, il miracolosissimo Cristo vestito e velato, secondo, in Italia, solo al Volto Santo di Lucca.
Ed inizia così con un evento di grande attrazione ed aggregazione sociale, la prima festività dell’anno, che termina col “carnevale” e la “cantata di Zeza” nella tarda serata di “martedì grasso”.
La città tutta rivive alla grande ogni anno il suo attesissimo appuntamento, che appartiene “ad un antico rituale pagano-religioso legato ai falò, che, nelle campagne meridionali, illuminano la notte del santo”. Quella del 17 Gennaio è una festa legata al culto di Sant’Antonio Abate, più noto nel napoletano come “Sant’Antuono”, uno dei santi taumaturghi più popolari del salernitano.
Carta stampata, televisioni ed artistici manifesti annualmente preannunciano rito religioso e festa popolare, preparati, comunque, fin nei più piccoli dettagli, da assessorato al ramo, pro-loco ed associazioni. Nelle varie piazze e nei vari quartieri del centro storico, sull’acciottolato lavico, tra palazzi, chiese e conventi di rara bellezza, tra portali e fontane, decorati con mascheroni, stemmi, capitelli ed elementi floreali, si fa a gara, è il caso di dire, per allestire il “falò” più grande e più bello o caratteristico e, dopo il passaggio, davanti ad ognuno di essi, del santo frate anacoreta in processione, oltre che dopo i suggestivi e spettacolari fuochi pirotecnici di Largo Sant’Antonio, si dà il via alla festa popolare vera e propria.
E tra sacro e profano, spuntano, dopo il rito religioso, le tanto attese festa e sagra. Si imbandiscono tavolate con la degustazione dei piatti tipici locali.